Nel febbraio del 1926 il governo fascista decise di realizzare un monumento in onore di Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi, martiri dell’Irredentismo nel luogo in cui nel 1917, era stata avviata la costruzione di un monumento ai Kaiserjäger (corpo dell’esercito imperiale austriaco), progetto abbandonato dopo la Prima guerra mondiale. Il monumento, su progetto dell’architetto Marcello Piacentini, fu inaugurato da re Vittorio Emanuele III nel 1928, due anni dopo la posa della prima pietra. Esemplato sugli archi di trionfo romani, poggia su 14 colonne a forma di fasci littori. Il rilievo sul coronamento è opera di Arturo Dazzi e rappresenta la dea Vittoria, che sovrasta l’iscrizione “Hic patriae fines siste signa. Hinc ceteros excoluimus lingua legibus artibus”. All’interno si trova un altare con la statua di Cristo risorto, opera di Libero Andreotti; lateralmente sono posti i busti marmorei di Battisti, Filzi e Chiesa, eseguiti dallo scultore milanese Adolfo Wildt. Sotto al monumento si trova la cripta, affrescata dal pittore veneziano Guido Cadorin in cui sono raffigurate due immagini femminili: la Custode della Storia e la Custode della Vittoria.