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Vista dalla navata centrale della chiesa del Duomo di Bolzano verso l'altare, con un affresco e delle statue di alcuni personaggi storici in sottofondo.Il cimitero di Bolzano è un luogo di alta cultura e tradizione che racconta la storia e le vicende accadute nella città.Una scultura in pietra di un leone che tiene uno scudo sotto la zampa è posta accanto ad un edificio.Una maestra vestita di nero indica a tre bambini biondi cosa vedere all'interno del museo.Un gruppo di amici ha già superato Piazza Vittoria e sta per attraversare il Ponte Talvera.Stanza di un museo illuminata coi led, addobbata con dei quadri di arte contemporanea per accogliere i visitatori.Vista in una giornata di sole su una chiesa tradizionale a Bolzano. Accanto un vecchio campanile che segna le 4 del pomeriggio.

Cosa vedere

Presso la chiesa di S. Pio X, tra via Resia e via Piacenza, sorgono tre monumenti “decontestualizzati” dedicati alla memoria del Lager di Bolzano. Il primo di essi si trova sul fianco della chiesa lungo via Piacenza. È un’edicola dedicata alla Madonna Regina dei Martiri; risale al 1955 ed è stata collocata grazie all’impegno di don Daniele Longhi, arrestato nel dicembre 1944 in quanto membro del CLN e deportato nel Lager di Bolzano. Sul prato davanti alla Chiesa, lungo via Resia, sono collocati un cippo iscritto e una statua. Il cippo in porfido venne progettato da Guido Pelizzari nel 1965 e collocato nell’aiuola che tuttora si trova davanti al complesso abitato di via Resia 80. Sotto l’iscrizione era visibile una sommaria pianta del Lager e un piccolo rombo in cemento riportava le date “1945-1965”. Nel 1985 questo stesso cippo fu rimaneggiato, scalpellandone la pianta del Lager e riempiendo lo spazio con la dedica della Città di Bolzano nel 40. Anniversario della Liberazione. Fu tolto il rombo in cemento e incisa la data “1943-1945” sulla sommità del cippo. Nella stessa occasione venne deciso il trasferimento del cippo davanti alla Chiesa di S. Pio X. La statua vicina è stata ideata come completamento del cippo e venne qui collocata nel 1985. Essa è composta da una figura maschile e una femminile che urlano al cielo il dolore della loro tragica condizione tenendosi per mano. È opera dello scultore locale Claudio Trevi.

Vedi anche