Personaggio del Mese: Giorgio Gajer

Personaggio del Mese: Giorgio Gajer
Luglio tempo di escursioni, la natura della media e alta montagna sono una tentazione irresistibile per chiunque sia a Bolzano per trascorrere qualche giorno di vacanza, l’aria frizzante e i panorami mozzafiato fanno bene al corpo e all’anima. Una tranquilla passeggiata può essere percorsa anche da famiglie con bambini e persone più anziane, ma se si è attratti da escursioni più impegnative è opportuno tenere conto di alcune fondamentali accortezze. Abbiamo chiesto a Giorgio Gajer, grande appassionato di montagna con alle spalle 30 anni nel direttivo e 9 anni da Presidente del CNSAS (Corpo Nazionale Servizio Alpino e Speleologico) dell’Alto Adige, alcuni accorgimenti per affrontare la montagna in sicurezza.
"In estate le nostre amate montagne, le famose terre alte, come consuetudine sono prese d’ assalto da migliaia di turisti che si riversano sui numerosi percorsi più o meno attrezzati, spesso con un inadeguato equipaggiamento, scarsa preparazione e senza programmazione. Si riscontra a volte una sottovalutazione dei rischi anche banali. In estate, ad esempio, uno di questi è lo sfinimento e i colpi di calore dovuti sia all’abbigliamento, sia alla riserva d’acqua che non deve assolutamente mancare. Voglio sottolineare, infatti, che nei mesi estivi è importante uscire presto al mattino per evitare le ore centrali e più calde della giornata perché il sole in altitudine è particolarmente intenso e vanno programmate anche le ore per il rientro dall’escursione."
Per quanto riguarda scarpe e abbigliamento?
Gli indumenti devono essere comodi e traspirabili, nello zaino bisogna trovare posto, oltre che per una giacca calda, anche per un parapioggia e una maglietta di ricambio, anche se quelle realizzate con tessuto tecnico sono composte da fibre idrofughe. Un approfondimento a parte va fatto per le calzature. A chi non è capitato di imbattersi in escursionisti anche su sentieri impervi a quote notevoli, che indossano scarpe inadatte, vedi sandali e infradito? Le calzature sono di importanza fondamentale, devono essere di buona qualità, dotate di una suola adeguata tipo “vibram” e contenere la caviglia. Strumenti idonei garantiscono non solo una camminata comoda ma in particolare quell’aderenza, quella tenuta che possono fare la differenza tra il tornare a casa salvi e scivolare in un dirupo con spesso esiti tragici.
Data la Sua lunga esperienza quali sono le cose che ancora si possono fare per migliorare la sicurezza in montagna?
Dal punto di vista di chi lavora nel soccorso la toponomastica rappresenta una questione di sicurezza. Bisogna conoscere precisamente la zona e disporre della terminologia adatta e inequivocabile per indicare un luogo piuttosto che un altro. Acquisire i nomi senza forzare traduzioni insensate, ad esempio, cercando un accordo che con intelligenza punti alla comprensione di tutti. Altro punto è l’utilizzo dello smartphone, che è uno strumento molto valido in caso di necessità a patto che sia sempre efficiente e pronto per essere utilizzato. Un accorgimento ad esempio è quello di non utilizzare la funzione Bluetooth che accelera lo scaricamento delle batterie. Utile avere con sé un powerbank, ed ancora, scaricare l’applicazione GeoResQ servizio gratuito per i Soci Cai, che con funzione “posizione” è in grado di fornire le coordinate geografiche dal punto in cui ci si trova e inoltra la richiesta di aiuto. Informazioni vitali in caso intervento dei soccorritori.
In conclusione…
La montagna è di tutti, può essere goduta programmando bene ogni uscita e raccogliendo info sulle condizioni meteo oltre che sul percorso che si vuole affrontare. Evitare ricerche su internet o su forum online, rivolgersi invece a chi questi luoghi li conosce bene perché ci vive e lavora: le Guide Alpine. Ed ancora, è importante avere l’attrezzatura adeguata e, se necessario, saper rinunciare. Il rischio zero non esiste.
Immagine: Courtesy Thomas Rötting